Martina VS New York
- martybet
- Mar 25, 2015
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Ho passato sei mesi della mia vita in una specie di coma: non mi importava più niente di nessuno, nemmeno di me stessa. Quando le persone mi dicevano che se avessi continuato così, avrei solamente iniziato a perdere le cose a cui più tenevo, non riuscivo a crederci.
La mia malattia era diventata più importante di qualsiasi cosa, ed aveva il controllo totale di ogni piccolo frammento della mia vita.
Pensare al cibo, al mio prossimo pasto, all'alimento perfetto era diventato il mio unico scopo, e piano, piano tutti i progetti che avevo fatto in diciott'anni di vita stavano sbiadendo.
Visitare l'America era sempre stato uno dei miei più grandi sogni, e benché sapessi perfettamente che se la mia condizione fisica e mentale non fosse cambiata avrei dovuto rinunciare al mio viaggio a New York, ho continuato imperterrita a farmi del male fino all'ultimo.
Poi, improvvisamente qualcosa è cambiato: mi sono guardata allo specchio, e mi sono chiesta se essere l'ombra di me stessa era davvero ciò che volevo per me. Ho finalmente capito di valere qualcosa, e che anche io merito di essere felice e riniziare a vivere a 360 gradi.
Sono stata accettata in una delle università di giornalismo più buone dell'Inghilterra, e quando mi è arrivata la notizia, sapevo benissimo che non avrei potuto iniziare questo Settembre ma avrei dovuto rimandare di un anno.
Questo è stato il punto di svolta.
Volevo davvero rinunciare a tutto ciò che avevo costruito per il mio futuro per una stupida malattia che mi stava lentamente consumando?
E così, ho deciso che l'anoressia non si sarebbe più presa nulla, e soprattutto non mi avrebbe fatto perdere l'occasione di passare sette giorni a New York con il mio ragazzo.
Nessuno credeva che avrei trovato la forza necessaria per partire, ma ce l'ho fatta. Ho mangiato pizze, gelati e tutto ciò che un tempo mi faceva paura, ho passato mattine a piangermi addosso e a crogiolarmi dai sensi di colpa, ma ho messo su il peso minimo necessario che potesse permettermi di affrontare il viaggio a New York.
Ed ho passato una delle settimane più belle della mia vita da quando mi sono ammalata.
Non nego che non poter seguire il mio piano alimentare e mangiare intuitivamente sia stato difficile ed incredibilmente spaventoso, ma mi sono finalmente sentita libera.
Mi sono sentita libera da ogni ossessione, da ogni senso di colpa e soprattutto mi sono sentita normale. Ho apprezzato ogni piccola cosa, ogni grattacielo, ogni museo, ogni posto che ho visitato perché tutto aveva un altro sapore: riuscivo finalmente a vedere attraverso il muro che mi ero costruita e che per mesi mi aveva dato un senso di sicurezza apparente.
Sono andata in bicicletta a Central Park
Ed ho visto uno dei miei quadri preferiti
Ho avuto la fortuna di poter fotografare panorami che lasciavano senza fiato
E visitare da vicino uno dei monumenti più famosi al mondo
Sono andata a Broadway a vedere il musical più in voga del momento, sorprendendo me stessa di riuscire a seguire la trama senza pensare costantemente al cibo, e dividendo dei cioccolatini con il mio ragazzo durante l'intervallo
Ho trovato il coraggio di andare a fare colazione ed ordinare dei meravigliosi ed originali pancakes americani
Non ho badato a spese
Ho rubato ed assaggiato qualche caramella nel candy store più grande del mondo
Ed ho avuto la soddisfazione di indossare il Cappello Parlante di Harry Potter
Ma la cosa più importante di tutte, è che sono finalmente riuscita a stare bene con me stessa e con le persone che avevo intorno
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